di Francesca Zaccarelli
Il Lazio rappresenta una delle regioni chiave nella produzione di vino in Italia, con i suoi 28.000 ettari e una produzione stimata di 2 milioni di ettolitri di vino nel 2023 – di cui oltre il 60% bianco. Un successo qualitativo crescente, che vede in particolare sempre più un importante contributo femminile. Geograficamente, le produttrici di vino nel Lazio sono distribuite in diverse province, con una concentrazione significativa nella zona dei Castelli Romani – come per l’azienda Merumalia (completamente gestita dalle donne della Famiglia Fusco) e Borgo del Cedro (sorelle Costantini), ma anche nell’alto Lazio con le Cotarella’s Sisters e le protagoniste di Donne in Vigna- di cui abbiamo già parlato nelle nostre precedenti puntate.
Territori, uvaggi e stili molto diversi tra loro, ma tutti sostenuti da una concreta genuinità e dalla consapevolezza di avere una responsabilità aggiuntiva – oltre a fare buon vino: quella di creare nuove possibilità in un settore da sempre maschile- sia in cantina, sia nei consumi. Alcune di loro sono da anni premiate nella nostra guida Vitae e si potrà incontrarle il prossimo 2 marzo all’evento Esperienze di Vitae 2025 del Centro Italia .
Oltre alle nostre produttrici, vanno menzionate tutte le sommelières, le divulgatrici, le ristoratrici e le operatrici che – con passione e determinazione- contribuiscono ogni giorno a far crescere il settore nel vitivinicolo della nostra regione.
L’Associazione le “Donne del Vino” Lazio conta oggi circa 80 presenze, tra cui 24 produttrici e 27 giornaliste. Un numero che tende a crescere di anno in anno e che trova sempre più forza nella nascita spontanea di sinergie associative e cooperazione di rete- in quello stile tutto femminile dove alla competizione si sostituiscono il dialogo, l’ambizione e gli interessi comuni.
Secondo l’ultimo Rapporto “Enoturismo 4.0”, le donne in vigna e in cantina son il 14% del totale – e il numero cresce notevolmente se si analizzano tutti i settori collegati alla produzione: commerciale (51%), marketing e comunicazione (80%), enoturismo (76%). Le lavoratrici del vino sarebbero inoltre più vicine alla parità salariale e carriera rispetto ad altri settori economici- implicito riconoscimento dell’alto valore aggiunto portato a tutta la filiera. Crescono anche le appassionate: il 66% di chi prenota visite e degustazioni in cantina sono donne- segnale che i consumi consapevoli e la voglia di scoprire il settore sta aumentando proprio grazie alla presenza femminile, soprattutto tra le più giovani.
Proprio per valorizzare e incentivare la presenza delle donne nel mondo del vino, l’Associazione Italiana Sommelier ha lanciato nel 2024 il progetto “Essenze di Vite”. L’iniziativa prevede la formazione gratuita di giovani donne in Istituti Alberghieri e Turistici, per valorizzare il talento e la professionalità delle donne sommelières, promuovere la rappresentanza femminile nel settore e per dare un’opportunità professionale concreta. Ma soprattutto, l’iniziativa nasce per ricordare concretamente Donatella Briosi e Marisa Leo, professioniste affermate e vittime di violenza. Ecco la bellezza del vino al femminile: anche dalle tragedie e dalle sfide più difficili, si cerca di creare un valore condiviso e un bene tangibile per tutti.