I distillati – La storia (seconda parte)

21 Nov 2023 | News, newsletter, Stampa

di Ivano Menicucci

Oggi conosciamo bene la dinamica della distillazione, considerata un processo fisico in quanto basata sui cambiamenti di stato della materia.
Durante la distillazione in realtà avvengono anche diverse reazioni chimiche, con la formazione di nuove molecole. Non si creano però nuovi elementi chimici, poiché ciò richiederebbe reazioni nucleari, che sono ben altra questione.
Durante il medioevo, a causa delle scarse conoscenze scientifiche dell’epoca, si credeva invece che la distillazione avesse anche il potere di trasmutare la materia. Gli alchimisti medievali erano alla ricerca della pietra filosofale, una straordinaria sostanza capace di guarire le malattie, rendendo quindi l’essere umano immortale. Ma agli scopi scientifici si affiancavano gli interessi economici, poiché la stessa sostanza era in grado di trasformare i metalli vili, soggetti a corrosione, in metalli più pregiati come per esempio l’oro.
La distillazione, agli occhi dell’alchimista medievale, era capace di estrarre la parte più intima e magica della materia. L’etanolo, lo spirito ottenuto dalla distillazione, doveva pertanto possedere preziose proprietà terapeutiche e infatti i pionieri della distillazione in Europa nel XIII secolo, tra i quali Arnau de Vilanova, scrivevano: “l’acqua ardente, o acqua dell’immortalità, essenza meravigliosa o acqua d’oro, conforta il cuore, purifica il corpo e le membra, prolunga la vita; per questo merita di essere chiamata acqua della vita”. Deriverà da questa definizione il termine acquavite, che può essere considerato sinonimo di distillato.
L’acquavite veniva impiegata in molti modi, anche fantasiosi, come panacea per tutti i mali. Possiamo ragionevolmente supporre che non risolvesse affatto i problemi di salute, anzi, talvolta peggiorava la situazione. Risale alla metà del XIV secolo il caso eclatante di Carlo II di Navarra, il quale soffriva di una fastidiosa dermatite. I medici gli applicarono sul corpo delle bende intrise di acquavite per guarirlo, ma dopo averle cucite per mantenerle in posizione, un servitore maldestro recise il filo non con le forbici ma con la fiamma di una candela, trasformando il re in una torcia umana.
Casi estremi a parte, l’acquavite divenne un ingrediente fondamentale dei liquori e degli elisir preparati dalla famosa Scuola Medica Salernitana, che ha operato attorno al X secolo. L’etanolo è un forte solvente dei principi attivi delle piante e proprio le caratteristiche dell’alcol, unite con quelle miracolose delle erbe officinali, hanno contribuito alla diffusione capillare dei liquori e dei distillati. 

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