di Angelo Petracci
La vicenda è nota, divertente o disarmante secondo i differenti punti di vista. Una bottiglia di vino acquistata in un discount al prezzo di 2,50 euro, ha vinto il concorso enologico Gilbert et Gaillard. Debitamente presentata in un’altra bottiglia della cantina, non esistente, Le Chateau Colombier.
La burla è stata ideata in Belgio dal programma “On n’est pas des pigeons” dell’emittente RTBF.
Superato il primo momento di ilarità è giusto interrogarsi sulla affidabilità dei giudizi espressi dalle guide di settore. Avremmo fatto lo stesso errore nella realizzazione della guida Vitae? No ma ci rendiamo conto che scattano dei meccanismi di difesa d’ufficio del proprio lavoro che rendono questa risposta non ancora sufficiente.
Siamo indenni dalla possibilità di fare errori? No ma non quel tipo di errore.
Un vino da 2,50 euro non ha le caratteristiche qualitative minime per superare le colonne d’Ercole dei punteggi minimi per essere definito un vino di qualità. La diluizione del sapore e l’assenza di profumi sono elementi oggettivi, individuabili da qualunque palato allenato nella degustazione sensoriale. Quel vino poteva al più essere indenne da difetti ma tale assenza ancora non basta per giudicarlo come di qualità, figuriamoci per arrivare addirittura primo in un concorso.
Altra questione è invece quella di altri errori di valutazione che si possono effettuare.
Provocazioni analoghe sono state effettuate nel passato. Sono stati messi vini di qualità all’interno di bottiglie commercialmente non giudicate di alto valore. I risultati delle prove di degustazione non li hanno premiati. Il contenuto rimasto nelle bottiglie di fama veniva premiato, quello contenuto in un vetro abbigliato con un’etichetta diversa, veniva colpevolmente non premiato. L’abito aveva fatto il monaco!
La letteratura della degustazione sensoriale è consapevole di questo problema. Le differenti valutazioni tra degustatori emergono clamorosamente quando si devono giudicare i vini eccellenti e la conoscenza preventiva delle bottiglie gioca un ruolo decisivo. Se già le apprezzi, le apprezzerai comunque e le giudicherai comunque migliori rispetto a bottiglie di analogo valore.
Questa situazione è ottimamente descritta nel film “Napa Valley – La grande annata”. Bottle Shock, titolo originale del film del 2008 diretto da Randall Miller, racconta la famosa degustazione svoltasi a Parigi il 24 marzo del 1976 presso l’Hotel Inter-Continental di Parigi. L’evento fu organizzato da Steven Spurrier, un commerciante di vini britannico, per rivelare al mondo la qualità dei vini californiani E lo organizzò in Francia dove i vini francesi erano considerati i migliori al mondo.
La giuria era composta da undici degustatori di chiara fama e la degustazione si svolse a bottiglie coperte vedendo vincitori i vini californiani.
Sappiamo tutti, e lo sapeva Steven Spurrier, che a bottiglie scoperte l’aristocrazia delle etichette francesi avrebbe sbaragliato la qualità fino ad allora percepita come ordinaria dei vini americani.
E la storia del vino contemporaneo non sarebbe stata la stessa!